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INTERVISTA ALLO SCRITTORE LUCA SOLIGO

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1- Come nasce il tuo libro e qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi lettori?

Ho sempre avuto una passione per la scrittura sportiva in tutte le sue forme, per gli sportivi raccontati come donne e uomini e non solo come atleti. Quando guardo una gara di nuoto cerco di non fermarmi solo ai tempi cronometrici, mi piace conoscere il background degli atleti, la loro storia umana, il percorso che li ha portati ad essere ai Mondiali o alle Olimpiadi per giocarsi una medaglia. Il libro è una raccolta di ritratti di nuotatori, diapositive di grandi atleti immortalati in un preciso momento della loro carriera sportiva. Nel raccontare questi spaccati di vita sportiva ho cercato di trasmettere le emozioni degli atleti, i loro dubbi e le incertezze oltre che le grandi gioie derivanti dalle vittorie. Mi piacerebbe che chi legge il libro riesca ad immedesimarsi con il nuotatore ed a conoscerne il lato umano oltre che sportivo. Noi li vediamo come super atleti (e certamente lo sono) ma sono innanzitutto esseri umani.

2- Quando rileggi quello che hai scritto, quali sono le sensazioni che provi?

Ho scritto questo libro in un periodo molto intenso della mia vita personale, coinciso da una parte con la pandemia e i periodi di lockdown e dall’altra con la nascita del mio terzo figlio. Rileggendolo, vedo le immagini di quei giorni di paura ed incertezza ma anche, per me, di felicità e speranza. Scrivere è stato in qualche modo terapeutico, sono molto soddisfatto del risultato finale.

3- Cosa ti ha spinto a scrivere questo testo?

Non mi voglio arrendere alla voce comune che il nuoto sia uno sport noioso. Non avrà la spettacolarità di altre discipline, ma è pieno di personaggi che vale la pena raccontare, di sfaccettature nascoste che sono sicuro possano portare sempre più appassionati vicino a questa disciplina. L’Italia è ormai da diversi anni una potenza internazionale in piscina, abbiamo milioni di praticanti ed appassionati su tutto il territorio, ma i nuotatori sono ancora considerati, sia legalmente che dal senso comune, dei dilettanti. Spero di riuscire a convincere quante più persone possibili che il nuoto è uno sport che merita l’interesse del grande pubblico non solo in occasione delle Olimpiadi, cioè una volta ogni quattro anni.

4 - Quali sensazioni hai provato nel scriverlo?

Mi sono divertito molto nella ricerca di materiale scritto e filmato sui nuotatori del passato, un lavoro piuttosto lungo ma che mi ha permesso di scoprire cose che non sapevo e di confermarne altre che immaginavo. È stato interessante vedere l’evoluzione del nuoto attraverso diverse epoche, dai primi del ‘900 fino ad oggi, e farne anche un parallelo con la trasformazione del mondo. Ma le grandi imprese restano tali, sempre, e l’emozione che mi hanno dato nel riviverle è stata molto potente.

5 - In un momento così delicato, cosa può insegnare lo sport ai ragazzi che lo praticano? E quale messaggio invieresti a chi non lo ha mai praticato?

Lo sport è una metafora perfetta della vita, e come tale ha i suoi lati positivi e quelli meno piacevoli. Crescere praticando uno sport, il nuoto nel mio caso, mi ha insegnato a lottare per degli obiettivi, ad impegnarmi giornalmente per migliorarmi e per raggiungere i miei sogni. Spesso ho fallito, ma lo sport è proprio questo: cadere e rialzarsi, non darsi mai per vinti. In una società che spinge i ragazzi verso l’individualismo, lo sport ha ancora in sé i valori di condivisione, di relazione e sacrificio che possono servire in tutta la vita. Fare sport al giorno d’oggi significa anche spingere i ragazzi fuori dalla propria cameretta, nella quale spesso sono rinchiusi magari davanti ad uno schermo, e convincerli che c’è un mondo là fuori da scoprire e vivere. Chi non ha mai praticato sport deve avere il coraggio di fare il primo passo e di non arrendersi alla prima difficoltà: diventerà la più piacevole delle abitudini.

6- Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Abbandonato ormai da tempo il sogno di partecipare ad un’Olimpiade come atleta, mi piacerebbe poterne seguire una dal vivo come corrispondente, per provare a raccontare l’emozione e l’atmosfera che si crea in un evento così atteso e denso di significati. Mi piacerebbe anche avere la possibilità di scrivere la biografia di alcuni nuotatori, parlare con loro per approfondirne il percorso che li ha portati a certi livelli.

7- Questo libro è il preludio per una carriera da scrittori oppure hai in mente differenti progetti per il tuo futuro ?

Scrivere di sport è da sempre la mia passione, non saprei immaginarmi una vita senza la possibilità di farlo. Ho molte altre idee che conto di sviluppare in futuro.

8- Cosa caratterizza il nuoto rispetto agli altri sport?

Il nuoto è uno sport a due facce. È molto solitario ed introspettivo, per apprezzarlo fino in fondo bisogna essere amanti del silenzio o abituarsi ad esso. Nelle infinite ore di avanti e indietro in corsia, si impara ad ascoltarsi dentro, si fanno dei viaggi mentali impensabili. Però è anche molto coinvolgente, c’è un grande spirito di squadra dato dalla condivisione della fatica giornaliera, della lotta per il miglioramento. È anche uno sport che non esclude nessuno: fin da piccoli maschi e femmine si allenano insieme e gareggiano nelle stesse manifestazioni, hanno lo stesso trattamento, imparano a conoscersi ed a vivere la quotidianità insieme.

Dal punto di vista fisico, poi, è davvero lo sport “completo” per eccellenza, si può praticare a tutte le età ed a tutti i livelli, è allo stesso tempo allenante ma anche rilassante e curativo. Ok sono di parte, ma per me il nuoto è lo sport perfetto!

9 - Come ti sei avvicinato al nuoto e cosa rappresenta per te?

Frequento la piscina da quando avevo tre anni e non ho mai smesso. Sono stato atleta, bagnino, allenatore, dirigente sportivo e presidente di una società. In piscina ho trovato un’infinità di amiche ed amici e anche mia moglie. Il nuoto per me è semplicemente vita.

28/09/2021

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