Ma chi può raccontare cos’è realmente se non chi lo vive ?
Ed è proprio all’interno di una palestra di di Boxe che si respira una realtà totalmente diversa, se non l’esatto contrario di ciò che si crede.
In questa interessante intervista che porta a conoscere un mondo affascinante, quello che sorprende, sono i valori che vengono trasmessi e portati avanti dagli stessi come veri e propri insegnamenti di vita.
Quando ci si avvicina a questa particolare disciplina, spesso le motivazioni sono diverse, alcuni riferiscono per sfogo, altri per difesa personale, e molto spesso anche per vincere la paura.
E quello che appare solo come una cruda disciplina da combattimento, in realtà richiede molta tecnica da acquisire presente alla base di tutto, donando così la giusta impronta al futuro pugile che farà la differenza.
È il contatto con l’avversario che rende scettico chi osserva al di fuori, inconsapevole però, che è proprio dall’affronto diretto che nasce il rispetto con l’antagonista, e il rispetto per le regole.
Un rispetto che si crea fin dall’inizio e che porta a collaborare e a socializzare con i propri compagni di allenamento, tutti legati da un unico obbiettivo, quello di misurarsi con se stessi e di vincere da se stessi, creando una sana rabbia sportiva necessaria per affrontare la propria battaglia personale.
Nasce l’umiltà di apprendere, e il rispetto per chi lo insegna.
Cresce l’auto stima e un grande senso di responsabilità perché è solo in quel piccolo quadrato e in quei pochi minuti concessi, che a volte sembrano un eternità, che ci si riscatta e in cui bisogna attuare tutta la conoscenza acquisita e i sacrifici investiti nel tempo.
Quindi una forte responsabilità che implica una maggior concentrazione .
Si tratta di un’attività che mette a dura prova, in quanto richiede il massimo spingendo ad andare sempre oltre le proprie capacità,soprattutto nei momenti in cui non si è nel pieno delle energie, per questo non è uno sport per tutti e che molto spesso viene abbandonato e in alcuni casi per essere ripreso con una maggiore maturità e determinazione .
Forse bisogna essere un po’ folli per amare il pugilato poiché si tratta di vincere la paura affrontando la paura, la paura non aiuta, non porta lucidità e se cadi sei tu che con le sole tue forze devi rialzarti, per questo necessita di autocontrollo in assenza di paura.
Non è fare a cazzotti, è vincere dai cazzotti, che è come vincere dalle botte della vita, da cui se ne esce più forti, disciplinati, e con una maggior consapevolezza delle proprie capacità.
Ciò che dona è anche una grande forza, che non è solo potenza fisica, ma bensì la forza di dominare se stessi.
In questo modo andrebbe visto e vissuto il pugilato, perché non è altro che questo, non a caso viene soprannominato la “Noble Art”.
E per chi avrà la tenacia di acquisire questi valori, a prescindere se nel settore sarà un campione o meno, conquisterà un tesoro da portare sempre con se .
14/05/2019
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